Cannabis contro il COVID: lo studio

Febbraio 17, 2022

Un composto della cannabis blocca la replicazione del coronavirus nelle cellule.

Lo sapevi?

Mentre in Italia il parlamento boccia il referendum sulla legalizzazione, a livello internazionale sono ormai diversi gli studi scientifici che attestano che il CBD può essere utilizzato come potente antinfiammatorio in grado di agire sui sintomi, anche gravi, del nuovo Coronavirus.

I diversi test effettuati dimostrano che il CBD è in grado di inibire efficacemente il processo di replicazione virale.

l metabolita del CBD 7-OH-CBD mostra attività antivirale

Per testare l’effetto del CBD sulla replicazione di SARS-CoV-2, sono state trattate cellule di carcinoma polmonare umano prima dell’infezione con SARS-CoV- 2. Dopo 48 ore, sono state osservate le cellule per l’espressione della proteina spike virale. Il CBD ha inibito potentemente la replicazione virale in condizioni non tossiche. Il CBD ha inibito anche la replicazione di SARS-CoV-2 nel polmone umano e nelle cellule epiteliali del rene di scimmia e non è stata osservata tossicità alle dosi.
Infine, sono state testate tre varianti di SARS-CoV-2 preoccupanti oltre al ceppo SARS-CoV-2 originale e la loro capacità di infettare le cellule è stata inibita in modo comparabile dal CBD.

I risultati dello studio

Il CBD induce la risposta allo stress e l’attività come meccanismo chiave per la sua azione antivirale.

E’ stato studiato se anche i cannabinoidi congeneri, in particolare gli analoghi con strutture e polarità strettamente correlate prodotti dalla pianta di canapa, sono anche in grado di inibire l’infezione da SARS-CoV-2.

Sorprendentemente, di questo gruppo, solo il CBD si dimostra un agente potente, mentre un’attività antivirale nulla o molto limitata è stata esibita dagli altri cannabinoidi correlati al CBD purificato quali: THC, cannabidiolico acido (CBDA), cannabidivarina (CBDV), cannabicromene (CBC) o cannabigerolo (CBG).

Nessuno di questi cannabinoidi si è dimostrato tossico per le cellule A549-ACE2 nell’intervallo di dosaggio di interesse. In particolare, la combinazione di CBD e THC (1:1) ha significativamente soppresso l’efficacia del CBD coerentemente con l’inibizione competitiva del THC.

Fonti:

Science Advances

US National Library of Medicine National, Institutes of Health Search

Cold Spring Harbor Laboratory